Resilient Septuagint. An Initial Exploration of the Semantics of Killing and Healing in the Septuagint and its Reception in Patristic and Late Antique Sources (3rd cent. BCE – 5th cent. CE)
Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale
Principal Investigator: Davide Dainese (Università di Bologna)
La Bibbia dei Settanta (LXX) è la più grande opera di mediazione culturale del mondo antico, un ponte gettato tra culture differenti (ebraico-aramaica e greca) che, così intrecciate, costituiscono la matrice della civilizzazione occidentale. Le ragioni dell’antica versione greca sono tuttora dibattute, ma resta indiscutibile l’arditezza dell’impresa e l’impatto che essa ebbe sin dall’inizio, con la traduzione della Torah nel III sec. a.C., sulla comunità ebraica ellenofona di Alessandria d’Egitto: per i suoi primi destinatari la LXX rappresentò semplicemente la Parola di Dio. E così è stato, con l’aggiungersi della traduzione greca degli altri libri sacri, per generazioni successive di lettori ebrei di lingua greca e cristiani, fino almeno alla seconda metà del IV sec. nella chiesa d’Occidente e ancora oggi nelle chiese orientali (cf. e.g. N. de Lange – J.G. Krivoruchko – C. Boyd-Taylor 2009; E. Bons – R. Brucker – J. Joosten 2014; W.A. Ross – W.E. Glenny 2021).
Nonostante la sua vasta influenza nel mondo antico, per lungo tempo la LXX ha ricoperto un ruolo storiografico secondario nel mondo occidentale ed è stata perlopiù utilizzata come una miniera per “pezzi di ricambio”, utile per ricostruire i testi biblici ebraici laddove essi presentavano delle difficoltà (Bons 2017). La riscoperta dell’importanza della LXX è avvenuta soltanto negli ultimi tre decenni, grazie agli studi sui frammenti biblici del Mar Morto che mostrano in diversi casi punti di contatto con i testi della Bibbia greca (cf. e.g. C. Martone 2005, 2007; E. Tov 2015[1]; G.R. Kotzé 2021), e grazie a un esame dettagliato del vocabolario, dello stile e delle innovazioni proprie della LXX (cf. e.g. E. Bons – T. Kraus 2011; J.K. Aitken 2013; E. Bons – J. Joosten 2016).
E tuttavia, due tipi di indagine non hanno ancora superato la fase embrionale: l’analisi dettagliata dello sfondo ellenistico della Bibbia greca, e dunque l’analisi dei testi della LXX come veri testi biblici; la ricostruzione della quantità e della qualità del vocabolario della LXX migrata in testi protocristiani e patristici.
Questa ricerca intende quindi portare a un avanzamento di conoscenza sull’asse sia della Nutzungsgeschichte sia della Wirkungsgeschichte della LXX, integrando risorse già esistenti e altamente innovative sotto il profilo euristico-metodologico (Historical and Theological Lexicon of the Septuagint, ed. E. Bons [HTLS], e PRIN2017) e infrastrutturale (RESILIENCE).
Si intende infatti:
- indagare l’uso e il significato dei vocaboli della semantica dell’uccisione/della guarigione nella LXX (e.g. θεραπεία-θεραπεύω, ἴαμα-ἰάομαι-ἰατρεία-ἰατρεῖον-ἰατρεύω-ἰατρός, φονευτής-φονεύω-φονή-φόνος), attenzionando il loro sfondo ellenistico (letteratura greca extrabiblica, papiri, ostraka, iscrizioni, altre opere giudaico-ellenistiche) e le influenze semitiche e bibliche (Nutzungsgeschichte);
- ricostruire la storia della ricezione di questi specifici termini della LXX in selezionate opere patristiche di ambiente alessandrino, al fine di esplorare la circolazione dei testi biblici su una cronologia ampia e realizzare un’analisi di natura storico-concettuale sul lessico dell’uccisione e della guarigione, drammaticamente attuale oggi tanto quanto lo era al tempo di Qo. (Eccl.) 3:3 (Wirkungsgeschichte).
The Septuagint (LXX) is the most significant work of cultural mediation the ancient world had ever seen. It was a bridge thrown across Jewish and Greek worlds, whose specific synthesis forged the Western civilization. The boldness of the undertaking and its immediate impact on the Greek-speaking Jews of Alexandria with the translation of the Torah in the 3rd cent. BCE is undeniable: the first recipients of the LXX viewed it as the evident Word of God. As Greek translations of other sacred texts were added, this sentiment would continue with later generations of Greek-speaking Jews and Christians until at least the second half of the 4th cent. CE in the Western Church, and still today in the Eastern Churches (e.g. de Lange–Krivoruchko–Boyd-Taylor 2009; Bons–Brucker–Joosten 2014).
Despite its vast influence within the ancient world, for a long time the LXX occupied a secondary historiographic role in the Western world. Indeed, it was primarily used as a source for “spare parts” to reconstruct problematic Hebrew biblical passages. The rediscovery of the importance of the LXX has only occurred in the last three decades due to studies carried out on the Dead Sea Scrolls (e.g. Martone 2005; Tov 2008; Kotzé 2021), and to the thorough examination of the LXX vocabulary, style, and innovations (e.g. Bons–Kraus 2011; Aitken 2013; Bons–Joosten 2016).
Regardless of the renewed attention, two research paths have never proceeded beyond an embryonic stage: a detailed analysis of the Hellenistic milieu of the Greek Bible, and thus the analysis of the LXX texts as true biblical texts; and a reconstruction of the quantity/quality of the LXX lexicon that transferred into proto-Christian and patristic writings.
This research aims to advance knowledge in both Nutzungsgeschichte and Wirkungsgeschichte of the LXX, integrating existing resources that are highly innovative from both a heuristic-methodological and an infrastructural profile: Historical and Theological Lexicon of the Septuagint, PRIN2017, RESILIENCE.
This general goal will be pursued through more detailed research, focused on a set of words related to the field of violence and resilience. These specific aims are to:
- examine the use/meaning of the semantics of killing/healing in the LXX (e.g. therapeuo, iatreuo, phoneuo), focusing on its Hellenistic milieu (extrabiblical Greek literature, papyri, inscriptions, other Jewish-Hellenistic writings) and biblical and Semitic influences (Nutzungsgeschichte);
- reconstruct the history of reception of these specific LXX words in selected patristic works to explore the circulation of biblical texts diachronically and carry out a historical-conceptual analysis on the lexicon of killing/healing, which is as dramatically current today as it was in the times of Qo. (Eccl.) 3:3 (Wirkungsgeschichte).
Unità di Ricerca
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Università di Bologna: Davide Dainese (Principal Investigator)
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Università degli Studi di Catania: Arianna Rotondo (Responsabile d'unità)
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Università degli Studi di Bari: Laura Carnevale (Responsabile d'unità)
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Università di Napoli "Federico II": Luca Arcari