RAC.CONTAMI

IL RACCONTO NELLA LETTERATURA ITALIANA: FORME DELLA CONTAMINAZIONE

Descrizione progetto

"Racconto" è termine di per sé ambiguo, per le diverse accezioni (atto enunciativo, contenuto narrativo, o enunciato narrativo: Genette, Figure III, 1972). Eppure, negli studi il termine più vago di «racconto» tende sempre più a sostituire quello di «novella», quasi a segnalare il mutamento degli equilibri nell'apparente continuità della tradizione. Il sistema macrotestuale cornice-novelle, proprio della novellistica boccacciana, con la sua particolare rappresentazione del nesso singolare-universale, nel corso della storia letteraria si rivela infatti progressivamente sempre più inadeguato a esprimere le contraddizioni, e quelle proprie della modernità, e viene progressivamente sostituito dalle raccolte, e da nuovi equilibri formali, con un diverso concentrarsi del fuoco narrativo. Verga, Capuana, De Roberto e Pirandello si autodefiniscono eppure autori di novelle, sebbene lo stesso agrigentino (Romanzo, Racconto, Novella, 1897) distingua racconto da romanzo e novella. E la predilezione per il termine racconto si afferma in pieno Novecento.
 
Di fronte a questo quadro problematico, pochi chiari elementi sembrano definire lo statuto del racconto: la brevitas, la rapidità e leggerezza del dettato (Calvino, Lezioni americane, 1988), con una gestione del tempo narrativo «che si concentra su un nucleo di senso minimo» (Menetti, Le forme brevi della narrativa, 2019). Ma a caratterizzare il "racconto" è sempre e comunque l’alta propensione alla contaminazione delle forme, con la possibilità di annidarsi entro le maglie di strutture narrative più ampie, e di ibridarsi con elementi di diversa provenienza. Emerge allora un'ulteriore accezione del termine: quella di categoria-ombrello che comprende le molteplici forme della narrativa breve (cfr. M. Picone, Il racconto nel Medioevo, 2012). G. Mazzacurati (All’ombra di Dioneo, 1996), a proposito della novella, e della sua capacità di espansione e di adattamento, ha suggerito l'efficace immagine della «colonia di spugne», per l'attitudine ad «assorbire» la storia, «pur rimanendo immersa in una memoria di archetipi relativamente semplici».
 
Le teorizzazioni della novella tra XVIII e XIX secolo, seguite dalle riflessioni di Pirandello e Lukács, mostrano l’interesse verso questo genere “epico”, adatto ad accogliere, come accade con il romanzo, la problematicità della vita e a rivelare passioni e costumi di un secolo. Così, teoria del romanzo e del racconto- novella si intersecano. D’altra parte, la novella mostra evidenti parentele con altri generi, come il dramma, ma anche la fiaba. Se tra fiaba e novella moderna si pone una relazione genetica di tipo formale-compositivo, esiste un rapporto di derivazione anche tra la fiaba di magia e la novella antica, per il tramite dello stato intermedio della fiaba novellistica (Meletinskij).
Alla luce della complessità del quadro teorico e storico letterario, nella consapevolezza che i generi non sono categorie fisse, ma vanno indagati in rapporto alla dinamica storica e al sistema dei generi di cui fanno parte, il progetto RAC.CONTAMI intende:
 
1. Studiare il racconto (o novella, per il periodo più antico), con particolare riguardo alla contaminazione tra le forme (la fiaba, il romanzo, la trattatistica, i generi teatrali), focalizzando l’attenzione su alcuni autori e periodi: il Trecento (Boccaccio), il Cinquecento (ma anche il Seicento, col Pentamerone di Basile), e l’Otto-Novecento. Il gruppo di lavoro selezionerà testi letterari significativi, inquadrati nel loro contesto storico-letterario, studiandone aspetti strutturali e tematici, mirando all'individuazione della specificità delle forme, alle intersezioni fra generi, in un quadro storico-sistematico.
2. Indagare, nel segno dell’ibridazione tra generi della narrativa breve e lunga, il rapporto tra il racconto e la cornice, intesa in senso classico come racconto portante, o come macrostruttura romanzesca (il poema cavalleresco nel XVI secolo, il romanzo epistolare nel XVII), o come silloge o raccolta (tra Otto-Novecento).
3. Approfondire la riflessione storico-teorica sul racconto e sui generi della narrativa breve.
4. Promuovere l'uso del racconto anche nell'insegnamento, per la sua relazione di omologia con i tempi rapidi ed episodici della fruizione della letteratura in classe. Ma anche con l'obiettivo di segnalare l'esigenza di recuperare, almeno nella didattica, la capacità di raccontare, e di ascoltare, e con essa, la possibilità di «scambiare esperienze» (W. Benjamin, Il narratore). Anche per questa ragione, al progetto è stato dato il titolo sintetico RAC.CONTAMI. Per indicare l'indagine sul racconto e la contaminazione di forme, ma anche per significare l'invito alla narrazione, e all'ascolto, delle esperienze.
 
Il progetto RAC.CONTAMI, avvalendosi delle competenze proprie della tradizione dell'italianistica catanese, intende contribuire attivamente alle finalità della rete interuniversitaria sul Racconto in Italia, avviata con un protocollo d'intesa sottoscritto dall'Università di Catania con gli atenei di Trento, Milano, Modena-Reggio, Bologna, Napoli Federico II, L'Aquila, Calabria, Strasburgo. Il gruppo di ricerca promuove la collaborazione scientifica di studiose e di studiosi del racconto nella Letteratura italiana dalle origini alla contemporaneità.
 
Lo scambio di saperi e metodologie, e la diffusione dei risultati, saranno assicurati: dalla partecipazione a convegni in qualità di relatori; dall’organizzazione di una giornata di studi (intermedia) e di un convegno internazionale (conclusivo), con la partecipazione degli studiosi del gruppo di ricerca interuniversitario; dalla pubblicazione di un volume di Atti, e di un volume antologico di racconti commentati, anche con specifiche finalità didattiche; da incontri di formazione nelle scuole anche attraverso le reti Adi-Sezione Didattica.
Tra gli obiettivi strategici definiti dall'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, è fortemente pertinente al Progetto l'obiettivo 4 (Istruzione di qualità).