A Database on the Slave Trade between the Mediterranean and the Atlantic (15th-16th Centuries

Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale

PRIN 2022 PNRR

Principal Investigator: Carlo Taviani (Università degli studi di Teramo)

Persone libere e schiavizzate, metalli preziosi, merci e investimenti nella prima età moderna si muovevano tra gli arcipelaghi atlantici, le coste occidentali dell'Africa e il Mediterraneo. Si trattava di flussi del primo capitalismo,  un processo che è stato studiato soprattutto per il suo ultimo periodo, tra XVII e il XVIII secolo. Nelle sue fasi iniziali, tra il XV e il XVI secolo, questi scambi sono stati descritti come scoperte e avventure geografiche.

L'espansione economica nell'Atlantico della prima età moderna significava tuttavia violenza - in primo luogo la tratta degli schiavi e il complesso delle piantagioni - e sfruttamento delle risorse commerciabili (minerali, animali, piante, tessuti). I popoli africani e il continente africano, con le sue coste occidentali e il suo entroterra, sono stati i territori principalmente coinvolti in questo processo. Dunque, c'è un anello mancante in questa storia. In che modo il Mediterraneo - con i suoi investimenti e scambi finanziari - si è fuso con l'Atlantico nella primissima età moderna? Cosa c'era dietro la schiera dei cosiddetti "esploratori" e "scopritori" europei nell'Africa subsahariana e negli arcipelaghi atlantici tra il XV e l'inizio del XVI secolo?

A partire dagli anni Cinquanta del Quattrocento, molte capitali finanziarie europee si spostarono da Oriente verso Occidente; i commercianti trasferirono le risorse dal Mediterraneo orientale e dal Mar Nero alla penisola iberica, al Maghreb e all'Atlantico. Tra i vari gruppi, i mercanti-banchieri genovesi erano i più importanti ed alcuni arcipelaghi furono cruciali per le loro attività commerciali. Madeira e le Isole Canarie erano importanti per la

e Capo Verde divenne il nodo della prima tratta atlantica degli schiavi.

Sebbene gli studiosi abbiano studiato l'apertura dell'Atlantico, solo di recente hanno iniziato a tracciare i processi tra i diversi mercati e paesi, utilizzando nuove metodologie e banche dati e paesi diversi, utilizzando nuove metodologie e banche dati. Inoltre, anche se la tratta transatlantica degli schiavi è un argomento importante, non sono stati compiuti molti sforzi perargomento, non sono stati compiuti molti sforzi per esaminare le sue origini - l'inizio del XVI secolo.

Questo progetto mira a costruire un database online che permetta di studiare la prima tratta transatlantica degli schiavi e le reti finanziarie genovesi che hanno reso possibile l'apertura dell'Atlantico. genovese che hanno reso possibile l'apertura dell'Atlantico. Seguirà le strutture di dati di modellazione semantica, una strategia adottata da importanti attori del patrimonio culturale, per garantire dati FAIR (trovabili, accessibili, interoperabili e riutilizzabili). L'acronimo traduce la capacità di rappresentare accuratamente i dati storici, al fine di registrare in un ambiente digitale informazioni significative e e di condividerle con altri ricercatori, consentendo un riutilizzo scientificamente accurato dei dati degli studiosi tra i vari gruppi di lavoro e nel tempo. Si tratta, essenzialmente, di portare la produzione di dati storici agli standard della ricerca storica in un ambiente digitale che avrà la possibilità di

possibilità di crescere, aggiungendo connessioni umane in uno spam temporale più ampio.


In the increasingly multicultural fabric of Italian and European society, we believe that more than ever the study of literature should not be limited to aesthetic concerns and formal aspects, but it must be enriched by a growing interest in its socio-political dimension. The idea underlying this research project is that human sciences—literary and cultural studies in particular—should contribute to the promotion of “transformative innovations” and provide “cultural support to […] the construction of a responsible, inclusive and sustainable society” (see the Italian PNR – National Research Programme, 2021-2027: 2, 72). By focusing on texts and performance in Anglophone literatures and cultures, our research project sets out to scrutinize issues of representation, inclusion and diversity that have become crucial to a greater extent in contemporary Western societies.

Through an interdisciplinary approach, updating and adapting the theoretical tools of Performance, Cultural, Postcolonial, and Gender Studies, our research will gather, analyze, and discuss an array of transnational and trans-medial texts, notably poems, drama, and song lyrics. As we believe in the powerful socio-political relevance of literary and cultural studies, we have chosen to concentrate on the cultural production of the last fifty years (1970s-today), which especially reverberates in the context of today’s youth culture. This relatively tight periodization finds as a counterpart a vastly transnational framework, as the texts and authors involved come from a rich variety of geographical areas—USA, Canada, United Kingdom, South Africa—which broadens the research field to a nearly global scale.

From the point of view of literary studies, this research seeks to renovate the canon by focusing on authors and works that have often been excluded from the realm of high culture, belonging as they do to minority cultures and/or the avant-garde, which traditional literary criticism has been reluctant to study in depth. In particular, we analyze the literary and social significance of performative texts through the lens of race and gender, two terms meant as social constructions pointing to the awareness of social inequalities that must be investigated and addressed through, among other policies, transformative cultural processes.

With the aim of contributing to this much-needed cultural transformation, the main feature of our project lies in its creatively concrete vocation and social commitment: given the peculiarity of the objects of our research—texts with a distinctly performative quality—we will encourage the organization of performative events (translation workshops, poetry slams, live musical or theatrical performances, etc.), involving students in higher education, local cultural institutions and the general public in the spirit of the “Third Mission” of Italian Universities.


Unità di Ricerca

  • Università degli studi di Teramo: Carlo Taviani (Principal Investigator), Francesca Fausta Gallo
  • Università degli studi di Catania: Lina Scalisi (Responsabile d'Unità), Lavinia Gazzé