Claudia OLIVIERI

Professoressa associata di SLAVISTICA [L-LIN/21]

Claudia Olivieri è professore associato (SSD L-LIN/21, Slavistica) presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, dove insegna lingua, traduzione e letteratura russa. Si è occupata di letteratura russa dell’800 (Dostoevskij, Somov), dei rapporti cinematografici tra Russia/URSS e Italia, sui quali ha recentemente co-curato con Olga Strada il volume Italia-Russia. Un secolo di cinema (ABCDesign, 2020),  patrocinato dall’Ambasciata di Italia a Mosca, e delle coproduzioni filmiche italo-sovietiche (in particolare della pellicola Italiani brava gente e del documentario Russia sotto inchiesta). Oggi si interessa di letteratura, cultura, società russa contemporanea: ha approfondito in numerosi saggi la produzione di Vladimir Sorokin, ha trattato il rapporto tra cinema e nostalgia nella monografia Cinema russo da oggi a ieri (Roma, Lithos, 2015), ha studiato il teatro russo odierno (con particolare riferimento al teatro della “diversità”, al teatro “Doc”, alle riscritture cechoviane) e la prosa e il fenomeno degli anni ’90.  È componente del Direttivo e Segretaria dell'Associazione Italiana Slavisti.  È componente della Redazione della Collana di Studi Slavistici e Masterskaja20, nonché delle riviste "eSamizdat" e "Slavica TerGestina". È tra i fondatori del Centro Interuniversitario per lo studio della Cultura e della Controcultura Postsovietica e tra i membri del Comitato scientifico del festival “Pagine di Russia” di Bari.

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Ha iniziato la propria attività di studiosa con ricerche nell’ambito dell’Ottocento russo, approfondendo in particolare il rapporto di Dostoevskij con la pittura e il disegno e la riproducibilità cinematografica della sua opera (con un’attenzione specifica alle Memorie da una casa di morti e alle sceneggiature d’archivio curate da V. Sklovskij). Ha continuato a studiare alcuni archivi cinematografici, analizzando il complesso iter produttivo e lo sfondo politico-culturale di alcune pellicole realizzate congiuntamente da Italia e URSS negli anni ’60 del secolo scorso e, più in generale, i rapporti cinematografici fra i due paesi durante il XX secolo. Da qualche anno si è concentrata sulla contemporaneità russa. Ha condotto un’articolata riflessione critica sul “fenomeno della nostalgia” che permea la Russia odierna, vagliando oltre un settantennio di cinema, cultura, letteratura e società sovietica e post-sovietica, attraverso la produzione filmica di Andrej Koncalovskij, la frequente pratica del remake, le sceneggiature e alcune opere di Vladimir Sorokin (libretti d’opera, prosa, pièce). Ha trattato alcune recenti e significative esperienze drammaturgiche, quali l’attività del Teatr.doc (sospeso tra letteratura, documentarietà e politica), il teatro della diversità e dell’inclusione (che tra l’altro illumina la delicata interazione fra cultura, società, politica degli ultimi anni), il consistente corpus delle riscritture cechoviane (firmate da scrittori come V. Sorokin, B. Akunin, L. Ulickaja). Al momento ha esteso queste linee di ricerca ad ulteriori riletture dell’opera di Cechov (oggetto di un’insistente attenzione e della produzione di numerosissimi drammaturghi) e a una “nuova” nostalgia verso il controverso decennio dei lichie 90-e (ricordato e “rivitalizzato”, pur con tutt’altra finalità, con la stessa tensione per il sovietico).

DataStudenteArgomento della tesi
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